Le emissioni di gas serra dell’Australia sono una vergogna nazionale che stanno distruggendo il pianeta e costando caro alle famiglie
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Le emissioni di gas serra dell’Australia sono una vergogna nazionale che stanno distruggendo il pianeta e costando caro alle famiglie

Sep 02, 2023

I dati trimestrali sulle emissioni rafforzano quanto sia uno scherzo il nostro obiettivo sulle emissioni per il 2030

Ogni tre mesi vengono pubblicati due sondaggi onnicomprensivi che monitorano l’andamento dell’Australia. Uno sappiamo esattamente quando uscirà (mercoledì prossimo alle 11:30), l'altro sappiamo vagamente quando ma spesso esce un venerdì pomeriggio con poca fanfara e senza preavviso. Uno, sul PIL, viene ampiamente riportato, l’altro, sulle emissioni di gas serra, viene per lo più ignorato.

Dopo che il rapporto intergenerazionale ha annunciato la scorsa settimana che l’aumento delle temperature causato dalle emissioni di gas serra costerebbe probabilmente all’economia tra 135 e 423 miliardi di dollari in dollari di oggi, si potrebbe sperare che i dati trimestrali sulle emissioni ricevano la stessa attenzione del PIL.

Ma no.

Non c’è stata alcuna conferenza stampa per parlare delle cifre e il comunicato stampa che accompagnava i dati portava con la linea che le cifre mostravano che “le energie rinnovabili sono in aumento”.

Questo, diciamo, significa lucidare un mucchio di escrementi piuttosto grande.

Nei 12 mesi fino a marzo, le emissioni di gas serra dell’Australia sono state superiori a quelle della fine dello scorso anno e addirittura superiori a quelle della fine del 2021.

Se dovessi rappresentarlo graficamente come farei con le componenti del PIL, apparirebbe così:

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Questo aumento dovrebbe ricevere la stessa attenzione e attenzione che riceverebbero i dati sul PIL della prossima settimana se mostrassero che l’economia è andata indietro: sono una vergogna nazionale.

Ma le cifre servono anche solo a rafforzare quanto sia uno scherzo il nostro obiettivo di emissioni per il 2030.

Quando si legge il comunicato stampa del ministro che afferma che “le emissioni dell'Australia sono ora inferiori del 24,4% rispetto ai livelli di giugno 2005” si potrebbe pensare che stiamo andando bene.

Ma a questo punto devo toccare ancora una volta il segnale e notare che quasi tutto il calo delle emissioni deriva dall’inclusione estremamente dubbia di “uso del suolo, cambiamento di uso del suolo e silvicoltura” – essenzialmente le emissioni prodotte dal disboscamento.

Ai fini della riduzione delle nostre emissioni a partire dal 2005 ciò significa non disboscare la stessa quantità di terreno rispetto al 2005, che non a caso è avvenuto quando abbiamo eliminato una tonnellata assoluta – o per essere precisi 83,9 milioni di tonnellate di emissioni di CO2, più o meno la stessa quantità di emessi ogni anno da tutta l’agricoltura australiana.

Includere l’uso del suolo nelle cifre (qualcosa che l’Australia ha combattuto molto duramente alle conferenze delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici per garantire che potessimo farlo) rende il calo piuttosto più facile da ottenere:

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Se escludessimo l’uso del suolo e contassimo solo le emissioni effettive (un concetto strano, ve lo concedo) invece di essere inferiori del 24,4% rispetto ai livelli del 2005, saremmo inferiori solo dell’1,6%:

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Il problema è che, sebbene sia giusto affermare che il nostro utilizzo di elettricità rinnovabile è in aumento, le emissioni stanno aumentando anche nel resto dell’economia, sia che si tratti dell’aumento delle esportazioni di GNL o dei trasporti.

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E permettetemi di utilizzare il totale delle emissioni che include l’uso del suolo, solo per evidenziare quanto siano brutte le cose anche quando si utilizza la misura con cui il governo vorrebbe che le giudicassimo.

Dal 2016 l’unico calo delle emissioni totali è dovuto ai lockdown dovuti alla pandemia. Da allora le emissioni dei trasporti sono aumentate più del calo delle emissioni di elettricità. Ciò significa che le nostre emissioni totali stanno aumentando e che il percorso verso un taglio del 43% è molto lontano:

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E mentre questo sta causando una minaccia esistenziale che dovrebbe spingere tutti a scendere in piazza chiedendo maggiori azioni da parte del governo (incluso, ad esempio, chiedendo al governo di pubblicare rapporti sull’impatto del cambiamento climatico sulla sicurezza nazionale), il cambiamento climatico colpisce anche il nostro attuale più grande pianeta. crisi economica del costo della vita.

Martedì sera, il governatore entrante della Reserve Bank, Michele Bullock, ha tenuto un discorso sul cambiamento climatico e sull'economia australiana.